Il Rincine e il Moscia, due torrenti piccoli ma impetuosi che incrociandosi formavano un’onda. Da qui il nome prima di Isola e in un secondo momento di Onda, da cui deriva l’attuale nome di Londa echeggiato anche nello stemma comunale: un’onda argentata su sfondo blu.
Per volontà del Granduca Pietro Leopoldo, nel 1776, Londa divenne comune e da allora, con il passare degli anni, il paese prese la sua forma, tranne per un breve periodo, nel 1835, in cui si fuse con quello di Dicomano.
Nell’antichità Londa fu parte di una e vera propria necropoli etrusca. Ci sono testimonianza di abitazioni etrusche fin dal VI secolo prima di Cristio. La Stele di Londa, oggi conservata nel Museo Archeologico Nazionale di Firenze anche se collocata temporalmente un secolo più tardi, è una prova di tali insediamenti. Oltre questa testimonianza la civiltà etrusca ci ha lasciato traccia della propria esistenza nei nomi delle frazioni di Londa, Rata, Rincine, Vicorati e Vierle su tutti. I nomi delle frazioni Bucigna, Caiano, Caspriano e Petroio risalgono invece al III secolo a.C. quando si insediarono nella zona i primi insediamenti Romani. esplorata, fino ad arrivare ad essere sotto il dominio dei conti Guidi, Signori del Casentino oppure ad essere salvata da un attacco di Cosimo I de’Medici alle rocche vicine a quella che ora è Londa.
Durante il medioevo prima i Conti Guidi e poi i Bardi controllarono la zona, costruendovi una serie di fortificazioni e torri d’avvistamento le cui tracce sono ancora evidenti nei borghi di Vicorati, Rincine e San Leolino. Nel 1375 Londa passa sotto il controllo fiorentino che, come per la vicina Dicomano, promuoverà lo sviluppo della cittadina. Territorio strategico grazie alla sua posizione lungo la via che porta ai territori casentinesi, l’espansione del centro urbano e delle frazioni sarà destinata ad aumentare sia sotto i Medici che sotto i Lorena: al 1446 sono attestati gli statuti dei comuni di Rincine e Fornace, allora principali centri urbani della regione ma oggi frazioni del capoluogo londese[4]. Nel 1776, per decisione del granduca Pietro Leopoldo, Londa diviene comune e vi prende residenza il Podestà. L’autonomia del comune di Londa è giunta ai giorni nostri se si eccettua la breve parentesi, a partire dal 1835, di aggregazione al comune di Dicomano e all’allora vicariato di Pontassieve.
Durante il ventennio fascista, Londa finisce sulle prime pagine delle cronache nazionali a seguito dell’uccisione del sindaco fascista Annibale Fontani; già squadrista della prima ora e partecipante alla Marcia su Roma, l’omicidio avviene durante i lavori per la nuova strada comunale di Rincine per mano del comunista rincinino Innocenti; le tracce della stele commemorativa apposta dal regime, poi smantellata con la Liberazione, restano in parte visibili ancora oggi.
Nel 1929 il paese fu danneggiato dal tremendo terremoto al quale si aggiunsero poi i danni provocati durante l’occupazione nazista dei centri di Londa e Rincine nella seconda guerra mondiale, avvenuta in ragione della prossimità alla linea gotica. Nonostante la ritirata nazista faccia saltare, tra gli altri, il palazzo comunale e il ponte sul Rincine, il territorio londese eviterà episodi sanguinosi come quello avvenuto nella vicina Vallucciole. Di quel periodo buio, conclusosi solo con la ritirata nazista il 9 settembre 1944, è ricordato il contributo morale e materiale alla causa della Resistenza da parte dell’allora parroco di Londa, Don Antonio Giorgi.
A partire dal secondo dopoguerra le campagne si spopolano e lasciano spazio all’attuale configurazione del territorio londese, dove il capoluogo municipale rappresenta l’unico vero centro urbano dotato di servizi essenziali.